Lapidary typefaces - Caratteri lapidari
Alessandro Butti, Nebiolo Foundry, 1948-1951. The inscriptions on the Trajan column, which Alessandro Butti studied at the end of the 1930s, inspired this successful typeface, which the Nebiolo Society launched only in the early 1950s (cf. tallone a., Manuale Tipografico I, plate XLVI and tallone a., Manuale Tipografico II, p. 173). Butti also designed a shaded version and a lowercase version. The latter, named Augustea Nova, was the answer to the question “If a stonecutter of the Augustan epoch had chiseled a lowercase alphabet, how would have it looked?”. Unfortunately, Augustea Nova was never put into production, because it was deemed to be too refined and consequently incapable of achieving sufficient sales volumes. However, in 1964 Aldo Novarese, Butti’s apprentice and his successor as Art Director at Studio Artistico Nebiolo, resumed his master's project and created a new lowercase version, later commercialized by the name Nova Augustea. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® Carattere Augustea, Alessandro Butti per la Società Nebiolo, 1948-1951. Le iscrizioni incise sulla colonna Traiana presso la quale si recò Alessandro Butti alla fine degli anni Trenta furono la base di partenza di questo riuscitissimo carattere, espresso nella versione normale e in quella ombrata, che la Società Nebiolo lanciò soltanto all'inizio degli anni Cinquanta (cfr. tallone a., Manuale Tipografico I, tavola XLVI e tallone a., Manuale Tipografico II, p. 173). La cronologia di queste realizzazioni risulta postdatata, accreditando l'Augustea al 1951, mentre appare già perfettamente definito in un prospetto inserito nel volume Cento anni di evoluzione grafica, 1848-1948, edito a Torino da Progresso Grafico. A conferma, Novarese raccontava che uno dei suoi primi compiti in Nebiolo, fu quello di accompagnare Butti nel 1938 ad ispirarsi presso la Colonna Traiana, confermando che il carattere, messo in commercio dopo il conflitto, in realtà fosse stato definito già un decennio prima. Alessandro Butti creò anche una versione minuscola che non fu prodotta poiché in virtù della sua raffinatezza estetica la Nebiolo ritenne che non avrebbe avuto volumi di vendita sufficienti. Nel 1964 Aldo Novarese, allievo di Butti, riprese il progetto del Maestro creando una nuova versione del minuscolo, chiamato Nova Augustea. L'architettura delle lettere maiuscole che all'epoca augustea raggiunsero i più alti vertici estetici, informano tutt'oggi la struttura delle maiuscole negli alfabeti occidentali. © Photos Ottavio Atti – Archivio degli Stili®
Alessandro Butti, Nebiolo Foundry, 1948-1951. The inscriptions on the Trajan column, which Alessandro Butti studied at the end of the 1930s, inspired this successful typeface, which the Nebiolo Society launched only in the early 1950s (cf. tallone a., Manuale Tipografico I, plate XLVI and tallone a., Manuale Tipografico II, p. 173). Butti also designed a shaded version and a lowercase version. The latter, named Augustea Nova, was the answer to the question “If a stonecutter of the Augustan epoch had chiseled a lowercase alphabet, how would have it looked?”. Unfortunately, Augustea Nova was never put into production, because it was deemed to be too refined and consequently incapable of achieving sufficient sales volumes. However, in 1964 Aldo Novarese, Butti’s apprentice and his successor as Art Director at Studio Artistico Nebiolo, resumed his master's project and created a new lowercase version, later commercialized by the name Nova Augustea. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® Carattere Augustea, Alessandro Butti per la Società Nebiolo, 1948-1951. Le iscrizioni incise sulla colonna Traiana presso la quale si recò Alessandro Butti alla fine degli anni Trenta furono la base di partenza di questo riuscitissimo carattere, espresso nella versione normale e in quella ombrata, che la Società Nebiolo lanciò soltanto all'inizio degli anni Cinquanta (cfr. tallone a., Manuale Tipografico I, tavola XLVI e tallone a., Manuale Tipografico II, p. 173). La cronologia di queste realizzazioni risulta postdatata, accreditando l'Augustea al 1951, mentre appare già perfettamente definito in un prospetto inserito nel volume Cento anni di evoluzione grafica, 1848-1948, edito a Torino da Progresso Grafico. A conferma, Novarese raccontava che uno dei suoi primi compiti in Nebiolo, fu quello di accompagnare Butti nel 1938 ad ispirarsi presso la Colonna Traiana, confermando che il carattere, messo in commercio dopo il conflitto, in realtà fosse stato definito già un decennio prima. Alessandro Butti creò anche una versione minuscola che non fu prodotta poiché in virtù della sua raffinatezza estetica la Nebiolo ritenne che non avrebbe avuto volumi di vendita sufficienti. Nel 1964 Aldo Novarese, allievo di Butti, riprese il progetto del Maestro creando una nuova versione del minuscolo, chiamato Nova Augustea. L'architettura delle lettere maiuscole che all'epoca augustea raggiunsero i più alti vertici estetici, informano tutt'oggi la struttura delle maiuscole negli alfabeti occidentali. © Photos Ottavio Atti – Archivio degli Stili®
This sort too is derived from Roman sculptured stone, where it served as a pause. Alessandro Butti, Nebiolo Foundry, 1948-1951. The inscriptions on the Trajan column, which Alessandro Butti studied at the end of the 1930s, inspired this successful typeface, which the Nebiolo Society launched only in the early 1950s (cf. tallone a., Manuale Tipografico I, plate XLVI and tallone a., Manuale Tipografico II, p. 173). Butti also designed a shaded version and a lowercase version. The latter, named Augustea Nova, was the answer to the question “If a stonecutter of the Augustan epoch had chiseled a lowercase alphabet, how would have it looked?”. Unfortunately, Augustea Nova was never put into production, because it was deemed to be too refined and consequently incapable of achieving sufficient sales volumes. However, in 1964 Aldo Novarese, Butti’s apprentice and his successor as Art Director at Studio Artistico Nebiolo, resumed his master's project and created a new lowercase version, later commercialized by the name Nova Augustea. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® La sensibilità di A. Butti lo portò ad aggiungere questo segno all'alfabeto, tratto anch'esso dalle lapide romane dove fungeva da stacco tra una riga e l'altra o pausa tra parola e parola. Carattere Augustea, Alessandro Butti per la Società Nebiolo, 1948-1951. Le iscrizioni incise sulla colonna Traiana presso la quale si recò Alessandro Butti alla fine degli anni Trenta furono la base di partenza di questo riuscitissimo carattere, espresso nella versione normale e in quella ombrata, che la Società Nebiolo lanciò soltanto all'inizio degli anni Cinquanta (cfr. Tallone A., "Manuale Tipografico I", tavola XLVI e Tallone A., "Manuale Tipografico II", p. 173). La cronologia di queste realizzazioni risulta postdatata, accreditando l'Augustea al 1951, mentre appare già perfettamente definito in un prospetto inserito nel volume Cento anni di evoluzione grafica, 1848-1948, edito a Torino da Progresso Grafico. A conferma, Novarese raccontava che uno dei suoi primi compiti in Nebiolo, fu quello di accompagnare Butti nel 1938 ad ispirarsi presso la Colonna Traiana, confermando che il carattere, messo in commercio dopo il conflitto, in realtà fosse stato definito già un decennio prima. Alessandro Butti creò anche una versione minuscola che non fu prodotta poiché in virtù della sua raffinatezza estetica la Nebiolo ritenne che non avrebbe avuto volumi di vendita sufficienti. Nel 1964 Aldo Novarese, allievo di Butti, riprese il progetto del Maestro creando una nuova versione del minuscolo, chiamato Nova Augustea. L'architettura delle lettere maiuscole che all'epoca augustea raggiunsero i più alti vertici estetici, informano tutt'oggi la struttura delle maiuscole negli alfabeti occidentali. © Photos Ottavio Atti – Archivio degli Stili®
By Alessandro Butti. For Nebiolo Foundry, 1948-1951. The inscriptions on the Trajan column, which Alessandro Butti studied at the end of the 1930s, inspired this successful typeface, which the Nebiolo Society launched only in the early 1950s (cf. tallone a., Manuale Tipografico I, plate XLVI and Tallone a., Manuale Tipografico II, p. 173). © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® Carattere Augustea filettato, Alessandro Butti per la Società Nebiolo, 1948-1951. Va detto che il rilievo dato dal forte contrasto tra il bianco e il nero rende questo carattere quasi un ombrato. Le iscrizioni incise sulla colonna Traiana presso la quale si recò Alessandro Butti alla fine degli anni Trenta furono la base di partenza di questo riuscitissimo carattere, espresso nella versione normale e in quella filettata, che la Società Nebiolo lanciò soltanto all'inizio degli anni Cinquanta (cfr. Tallone a., Manuale Tipografico I, tavola XLVI e tallone a., Manuale Tipografico II, p. 173). La cronologia di queste realizzazioni risulta postdatata, accreditando l'Augustea al 1951, mentre appare già perfettamente definito in un prospetto inserito nel volume Cento anni di evoluzione grafica, 1848-1948, edito a Torino da Progresso Grafico. A conferma, Novarese raccontava che uno dei suoi primi compiti in Nebiolo, fu quello di accompagnare Butti nel 1938 ad ispirarsi presso la Colonna Traiana, confermando che il carattere, messo in commercio dopo il conflitto, in realtà fosse stato definito già un decennio prima. Alessandro Butti creò anche una versione minuscola che non fu prodotta poiché in virtù della sua raffinatezza estetica la Nebiolo ritenne che non avrebbe avuto volumi di vendita sufficienti. Nel 1964 Aldo Novarese, allievo di Butti, riprese il progetto del Maestro creando una nuova versione del minuscolo, chiamato Nova Augustea. © Photos Ottavio Atti – Archivio degli Stili®
Aldo Novarese for Nebiolo Foundry (1964) Alessandro Butti, the master of Aldo Novarese and his predecessor as art director at Studio Artistico Nebiolo, had designed at the end of the 1930s a lowercase version of his Augustea, called Augustea Nova. It was never put into production, because of the war. In 1964 Aldo Novarese, modifying Augustea Nova according to his own judgment and taste, created his own new version of lowercase Augustea, which appeared under the name of Nova Augustea on Nebiolo catalogs. If one thinks of the enormous work involved in engraving matrices in all the sizes, it is spontaneous to find admirable the choice to commit in such refined and challenging projects in those late years that marked the beginning of sunset for the letterpress printing industry. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® Nova Augustea di Aldo Novarese, Nebiolo (1964) Alessandro Butti, maestro di Novarese e suo predecessore a capo dello Studio Artistico Nebiolo, disegnò alla fine degli anni Trenta una versione minuscola dell’Augustea, che chiamò Augustea Nova. Non fu però mai messa in produzione causa gli eventi bellici. Nel 1964 Novarese riprese il progetto di Butti, modificandolo secondo il proprio estro, e diede vita a una nuova versione minuscola dell’Augustea che dal 1964 apparve sui cataloghi Nebiolo sotto il nome di Nova Augustea. Se si pensa all'enorme lavoro che comportava l'incisione delle matrici in tutte le dimensioni a partire dal corpo 6, viene spontaneo ammirare la capacità di investire in progetti così raffinati e impegnativi da parte dell'industria italiana di quegli anni. © Photos Ottavio Atti – Archivio degli Stili®
Aldo Novarese for Nebiolo Foundry (1964) Alessandro Butti, the master of Aldo Novarese and his predecessor as art director at Studio Artistico Nebiolo, had designed at the end of the 1930s a lowercase version of his Augustea, called Augustea Nova. It was never put into production, because of the war. In 1964 Aldo Novarese, modifying Augustea Nova according to his own judgment and taste, created his own new version of lowercase Augustea, which appeared under the name of Nova Augustea on Nebiolo catalogs. If one thinks of the enormous work involved in engraving matrices in all the sizes, it is spontaneous to find admirable the choice to commit in such refined and challenging projects in those late years that marked the beginning of sunset for the letterpress printing industry. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® Nova Augustea di Aldo Novarese, Nebiolo (1964) Alessandro Butti, maestro di Novarese e suo predecessore a capo dello Studio Artistico Nebiolo, disegnò alla fine degli anni Trenta una versione minuscola dell’Augustea, che chiamò Augustea Nova. Non fu però mai messa in produzione causa gli eventi bellici. Nel 1964 Novarese riprese il progetto di Butti, modificandolo secondo il proprio estro, e diede vita a una nuova versione minuscola dell’Augustea che dal 1964 apparve sui cataloghi Nebiolo sotto il nome di Nova Augustea. Se si pensa all'enorme lavoro che comportava l'incisione delle matrici in tutte le dimensioni a partire dal corpo 6, viene spontaneo ammirare la capacità di investire in progetti così raffinati e impegnativi da parte dell'industria italiana di quegli anni. © Photos Ottavio Atti – Archivio degli Stili®
Aldo Novarese for Nebiolo Foundry (1964) Alessandro Butti, the master of Aldo Novarese and his predecessor as art director at Studio Artistico Nebiolo, had designed at the end of the 1930s a lowercase version of his Augustea, called Augustea Nova. It was never put into production, because of the war. In 1964 Aldo Novarese, modifying Augustea Nova according to his own judgment and taste, created his own new version of lowercase Augustea, which appeared under the name of Nova Augustea on Nebiolo catalogs. If one thinks of the enormous work involved in engraving matrices in all the sizes, it is spontaneous to find admirable the choice to commit in such refined and challenging projects in those late years that marked the beginning of sunset for the letterpress printing industry. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® Nova Augustea di Aldo Novarese, Nebiolo (1964) Alessandro Butti, maestro di Novarese e suo predecessore a capo dello Studio Artistico Nebiolo, disegnò alla fine degli anni Trenta una versione minuscola dell’Augustea, che chiamò Augustea Nova. Non fu però mai messa in produzione causa gli eventi bellici. Nel 1964 Novarese riprese il progetto di Butti, modificandolo secondo il proprio estro, e diede vita a una nuova versione minuscola dell’Augustea che dal 1964 apparve sui cataloghi Nebiolo sotto il nome di Nova Augustea. Se si pensa all'enorme lavoro che comportava l'incisione delle matrici in tutte le dimensioni a partire dal corpo 6, viene spontaneo ammirare la capacità di investire in progetti così raffinati e impegnativi da parte dell'industria italiana di quegli anni. © Photos Ottavio Atti – Archivio degli Stili®
Engravings from the I century a.C. The majesty of these engravings together with the Trajan column (which Alessandro Butti visited in the Thirties, assisted by young Aldo Novarese) inspired Butti in the creation of Augustea and Augustea inlined. Incisioni di epoca Augustale. La maestosità di queste lettere incise e la colonna Traiana (presso cui Alessandro Butti si recò negli anni Trenta accompagnato dal giovane Aldo Novarese) ispirarono Butti nella creazione dell'Augustea e dell'Augustea ombrato.
Engravings from the I century a.C. The majesty of these engravings together with the Trajan column (which Alessandro Butti visited in the Thirties, assisted by young Aldo Novarese) inspired Butti in the creation of Augustea and Augustea inlined. Incisioni di epoca Augustale. La maestosità di queste lettere incise e la colonna Traiana (presso cui Alessandro Butti si recò negli anni Trenta accompagnato dal giovane Aldo Novarese) ispirarono Butti nella creazione dell'Augustea e dell'Augustea ombrato.
Engravings from the I century a.C. The majesty of these engravings together with the Trajan column (which Alessandro Butti visited in the Thirties, assisted by young Aldo Novarese) inspired Butti in the creation of Augustea and Augustea inlined. Incisioni di epoca Augustale. La maestosità di queste lettere incise e la colonna Traiana (presso cui Alessandro Butti si recò negli anni Trenta accompagnato dal giovane Aldo Novarese) ispirarono Butti nella creazione dell'Augustea e dell'Augustea ombrato.
Thannhaeuser By Herbert Thannhaeuser for Schriftguss (1929). Capital letters reminds the lapidary style. Questo carattere, le cui lettere maiuscole discendono dallo stile lapidario, risulta particolarmente eclettico nel minuscolo a causa degli stilemi antichi e moderni che lo caratterizzano. Per questo motivo, il Thannhaeuser maiuscolo e minuscolo è censito su questo sito anche nei caratteri classici.
By Herbert Thannhaeuser for Schriftguss (1929). Lowercase letters are particularly eclectic, due to the coexistence of both ancient and modern features. Questo carattere, le cui lettere maiuscole discendono dallo stile lapidario, risulta particolarmente eclettico nel minuscolo a causa degli stilemi antichi e moderni che lo caratterizzano.
(Ca. 1876) Cast by Miller & Richard, Edinburgh (Scotland). The lowercase alphabet features curved elements which anticipate the Art nouveau style. *** Any partial or total reproduction is forbidden without the written consent of Alberto Tallone Editore. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® Qualsiasi riproduzione dei testi e delle immagini è interdetta, se priva dell'autorizzazione scritta dell’Editore.
(Ca. 1876) Cast by Miller & Richard, Edinburgh (Scotland). The lowercase alphabet features curved elements which anticipate the Art nouveau style. *** Any partial or total reproduction is forbidden without the written consent of Alberto Tallone Editore. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® Qualsiasi riproduzione dei testi e delle immagini è interdetta, se priva dell'autorizzazione scritta dell’Editore.