Italian types
- HASTILE, Alessandro Butti, Nebiolo, 1941. Characterized by accentuated verticality, this letterform is suitable for advertising and titles.
- RESOLUT, H. Brünnel, Nebiolo 1937.
Quite very original type, Italic only, vigorous and dynamic, characterized by an uncommon communicative strenght. Resolut is a Rationalist type with evident Futuristic reminiscences. All traces of H. Brünnel, designer and punch-cutter at Nebiolo, were lost since 1940.
- TRIENNALE heavy, Guido Modiano (1899-1943), Fonderia Reggiani, 1933.
This type of only capital letters was created in homage to the Milanese institution and art exhibition of the same name.
Letters C, G, O are available in two weights, narrow and wide, in order to justify the lines more easily.
The paternity of Triennale remained unknown for a long time, until 2006, when it was revealed by Mauro Chiabrando on Triennale di Milano, Tallone Editore, 2006.
De Luca Foundry of Naples made a very close imitation of Triennale, called Vittoria, producing both a thin and an inlined heavy weight.
The main difference between Triennale and its imitation consists in the length of the crossbar of the letter 'E' and the lack of the wide variant of the letters O, C and G in the Vittoria series.
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Hastile, Resolut, Triennale, anni Trenta-Quaranta.
- Hastile, Alessandro Butti, Nebiolo, 1941.
Carattere dall’accentuata verticalità, adatto per pubblicità e titoli.
- Resolut, H. Brünnel, Nebiolo 1937.
Carattere molto originale, di solo corsivo, vigoroso e dinamico, dotato di non comune forza espressiva, il Resolut è di chiara ispirazione razionalista, con evidenti reminiscenze futuriste. Di Brünnel, disegnatore e punzonista alla Nebiolo, si persero le tracce dal 1940.
- Triennale grasso, Guido Modiano (1899-1943) per Fonderia Reggiani, 1933.
Questo ardito carattere di solo maiuscolo declinato in due versioni, magrissimo e grasso, fu creato in omaggio alla famosa istituzione milanese che in quello stesso anno teneva la sua quinta edizione nella nuova sede del palazzo dell’arte, opera dell’architetto Giovanni Muzio, un tempio del modernismo, dove tutt’ora hanno luogo le grandi mostre sul costume, lo stile e il design italiano e internazionale.
Presenta la singolare caratteristica molto innovativa di offrire in doppia versione, stretta e larga, le lettere C, G, O, al fine di poter giustificare più agevolmente le righe.
La paternità di questo carattere rimase a lungo sconosciuta e la sua rivelazione, nella plaquette Triennale di Milano, Tallone Editore, 2006, si deve alle ricerche di Mauro Chiabrando e all’intervista che questi fece a Franca Modiano, figlia di Guido.
Il Triennale ebbe nella serie Vittoria della Fonderia De Luca di Napoli la sua più nota imitazione, che riprendeva sia la versione grassa che magra, limitandosi per quest’ultima a una interpretazione filettata. La principale differenza tra l’originale e l’imitazione consiste nella lunghezza dell’asta centrale orizzontale della lettera ‘E’ che nel Triennale prosegue anche a sinistra della linea ascendente. Inoltre, mentre il Triennale prevede la variante larga della O, C e G, il Vittoria non le contempla.
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