Type's Identity - Identità del carattere
Read MoreHand-cut punch, its relative matrix and Tallone type block. In these three passages five centuries of Thought trasmission are encompassed. Any partial or total reproduction of texts or images is forbidden without the written consent of Alberto Tallone Editore. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® Punzone con relativa matrice e carattere Tallone. Questi tre passaggi, per la cui realizzazione è necessaria una competenza tecnico-estetica estrema, racchiudono in sé cinque secoli di trasmissione del pensiero. Qualsiasi riproduzione dei testi e delle immagini è interdetta, se priva dell'autorizzazione scritta dell'Editore. © Photos Ottavio Atti – Archivio degli Stili®
Foundry types VS machine-made types.
Among the “C” and “D” type blocks, some of them are foundry types (the used ones) and partly machine-made (the ones which look new). When the sort derives from a hand-cut punch, the counter is concave and it bears the marks left by the burin. While, in the second case, the counter is perfectly flat and it bears the circular signs left by the milling machine which traced the matrix. It is likely that the original punch was damaged and no longer usable and that the foundry decided to cut new matrices of the two capital letters with a pantographic milling machine. Any partial or total reproduction of texts or images is forbidden without the written consent of Alberto Tallone Editore. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® In questa polizza di caratteri bodoniani, le lettere C e D sono in parte incise a mano, in parte al pantografo. Si noti infatti che, mentre l'interno di alcune lettere è concavo e mostra i segni di scavo del bulino, in altre (quelle nuove che risultano più chiare) il fondo è piatto, ottenuto con la fresa del pantografo. Probabilmente, essendo danneggiato il punzone originario e dovendo rifare le due matrici usurate, la fonderia ha preferito incidere le nuove con l’ausilio del pantografo. Qualsiasi riproduzione dei testi e delle immagini è interdetta, se priva dell'autorizzazione scritta dell'Editore. © Photos Ottavio Atti – Archivio degli Stili®
Type-blocks lowering after casting
On the right , foot of a type block which has been cast directly in its definitive required height. In the middle and on the left, feet of type blocks lowered to the required height after the casting. On these last two, the circular traces left by the milling machine are clearly visible. This difference between the type on the right and the two others is not negligible since it can affect the quality of the printing output. With the first procedure (type on the right), sorts have precisely the same height, as founders drive the punches within the copper matrices always at the same depth. The type, after ejection from the mould, is grooved at its foot with a hand-plane, so as to get rid of the projecting irregularities resulting from the fracture of the jet, the excess of metal outside of the mold cavity. With the other procedure (type in the middle and on the left), sorts are cast over-height and milled down to type height (a common practice in Europe, where type heights varied accordindn to the country). Since the milling takes place on rows of hundreds of types at a time, the risk is that centesimal variations in height are produced between the different groups of milled types, thus affecting negatively the quality of printing. Any partial or total reproduction of texts or images is forbidden without the written consent of Alberto Tallone Editore. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® I caratteri di cassa si distinguono tra quelli fusi direttamente in altezza (tecnica risalente a Gutenberg), e quelli abbassati alla misura desiderata, per mezzo di frese, in una fase successiva alla fusione (carattere in centro e carattere a sinistra). La misura può variare da nazione a nazione. La più comune in Europa è quella francese, di 23,56 mm. La differenza tra le due categorie è fondamentale in termini di qualità del risultato di stampa. Con il primo procedimento (carattere a destra) si ottengono caratteri molto precisi in altezza, poiché i fonditori battono i punzoni entro le matrici in rame sempre alla stessa profondità (matrici ‘normalizzate’). I caratteri fusi nelle matrici normalizzate vengono successivamente rifiniti al piede con un pialletto, per eliminare al centro della loro base l'eccesso di metallo (‘boccame’) nel punto in cui era stato iniettato (nell’immagine è il carattere sulla destra). Con il secondo procedimento invece spesso si palesano differenze di misura tali da influire sui risultati di stampa, poiché la fresatura avviene su file di centinaia di caratteri per volta, col rischio che tra una tranche e l'altra facilmente si producano delle variazioni centesimali in altezza. Le grandi fonderie adottavano spesso questo sistema dovendo fornire ai loro committenti caratteri che fossero dell'altezza richiesta, frequentemente variabile sia da tipografia a tipografia sia da regione a regione. Per distinguere gli uni dagli altri, basterà capovolgere i caratteri e osservarne la base. In quelli fusi direttamente in altezza – come la maggior parte di quelli in uso presso l'Editore Tallone – essa si presenta liscia, con al centro una scanalatura. Ben diversa e facilmente distinguibile è invece la base dei caratteri abbassati ad una determinata altezza in un fase successiva e distinta dalla fusione. Essa infatti mostra evidenti le tracce circolari lasciate della fresa (immagine al centro). Per i caratteri di corpo molto grande, anche al fine di risparmiare materiale, veniva già previsto in fondita un ponte cavo al centro (immagine sulla sinistra). Anche i corpi grossi potevano essere fusi su matrici normalizzate oppure fresati in seguito. Il carattere nell’immagine appartiene a quest’ultima categoria. Qualsiasi riproduzione dei testi e delle immagini è interdetta, se priva dell'autorizzazione scritta dell'Editore. © Photos Ottavio Atti – Archivio degli Stili®
Type-blocks lowering after casting
On the left, foot of a type block which has been cast directly in its definitive required height. On the right, foot of a type block lowered to the required height after the casting: the circular traces left by the milling machine are clearly visible. This difference between the two sorts is not negligible since it can affect the quality of the printing output. With the first procedure (type on the left), sorts have precisely the same height, as founders drive the punches within the copper matrices always at the same depth. The type, after ejection from the mould, is grooved at its foot with a hand-plane, so as to get rid of the projecting irregularities resulting from the fracture of the jet, the excess of metal outside of the mold cavity. With the other procedure (type on the right), sorts are cast over-height and milled down to type height (a common practice in Europe, where type heights varied accordindn to the country). Since the milling takes place on rows of hundreds of types at a time, the risk is that centesimal variations in height are produced between the different groups of milled types, thus affecting negatively the quality of printing. Any partial or total reproduction of texts or images is forbidden without the written consent of Alberto Tallone Editore. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® I caratteri di cassa si distinguono tra quelli fusi direttamente in altezza (tecnica risalente a Gutenberg), e quelli abbassati alla misura desiderata, per mezzo di frese, in una fase successiva alla fusione. La misura può variare da nazione a nazione. La più comune in Europa è quella francese, di 23,56 mm. La differenza tra le due categorie è fondamentale in termini di qualità del risultato di stampa. Con il primo procedimento (carattere a sinistra) si ottengono caratteri molto precisi in altezza, poiché i fonditori battono i punzoni entro le matrici in rame sempre alla stessa profondità (matrici ‘normalizzate’). I caratteri fusi nelle matrici normalizzate vengono successivamente rifiniti al piede con un pialletto, per eliminare al centro della loro base l'eccesso di metallo (‘boccame’) nel punto in cui era stato iniettato. Con il secondo procedimento invece spesso si palesano differenze di misura tali da influire sui risultati di stampa, poiché la fresatura avviene su file di centinaia di caratteri per volta, col rischio che tra una tranche e l'altra facilmente si producano delle variazioni centesimali in altezza. Le grandi fonderie adottavano spesso questo sistema dovendo fornire ai loro committenti caratteri che fossero dell'altezza richiesta, frequentemente variabile sia da tipografia a tipografia sia da regione a regione. Per distinguere gli uni dagli altri, basterà capovolgere i caratteri e osservarne la base. In quelli fusi direttamente in altezza – come la maggior parte di quelli in uso presso l'Editore Tallone – essa si presenta liscia, con al centro una scanalatura. Ben diversa e facilmente distinguibile è invece la base dei caratteri abbassati ad una determinata altezza in un fase successiva e distinta dalla fusione. Essa infatti mostra evidenti le tracce circolari lasciate della fresa. Qualsiasi riproduzione dei testi e delle immagini è interdetta, se priva dell'autorizzazione scritta dell'Editore. © Photos Ottavio Atti – Archivio degli Stili®
Foundry type VS machine-made ones
Comparison between an original foundry type block and a machine-made one. On the left, sort derived from a hand-cut steel punch. The counter surface inside the "O" is concave and it bears the marks left by the burin. On the right, sort cast in a matrix engraved with a pantograph. The couner is perfectly flat and it bears the circular signs left by the milling machine which traced the matrix. Any partial or total reproduction of texts or images is forbidden without the written consent of Alberto Tallone Editore. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® Per distinguere i caratteri tratti da punzoni da quelli tratti da matrici pantografate, basterà confrontare le due lettere nell'immagine seguente: a sinistra, il fondo all'interno alla lettera "O" è concavo e mostra i segni di scavo del bulino; mentre a destra il fondo è piatto e, a un'attenta osservazione, si possono vedere le tracce circolari lasciate dalla fresa del pantografo. Qualsiasi riproduzione dei testi e delle immagini è interdetta, se priva dell'autorizzazione scritta dell'Editore. © Photos Ottavio Atti – Archivio degli Stili®
These Didot types – which belonged first to Léon Pichon and then to Alberto Tallone – have been rubbed by hand so as to tighten them up. If only the letter “A” had been kerned, instead of both the letters, the stem would have to be filed under the grapheme, with the result of weakening it. Until the 1980s, the most prestigious foundries cast kerned capital letters, T, A and V in particular, to allow more appropriate letter-spacing when necessary. See E. Tallone, "Delle crenature" in "Manuale Tipografico IV", pp.71-76, Tallone Editore, 2018. Any partial or total reproduction of texts or images is forbidden without the written consent of Alberto Tallone Editore. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® Questi caratteri Didot appartenuti a Léon Pichon e facenti parte dell’atelier Tallone sono stati limati manualmente creando un incastro, in modo da accostarli maggiormente. Se si fosse limata (crenata) soltanto la lettera A, per ottenere lo stesso tipo di avvicinamento, si sarebbe dovuto erodere il fusto sotto il grafismo, indebolendolo. Le crenature, necessarie per la fluidità e la compattezza delle composizioni, oltre che nel corsivo, furono utilizzate anche nel tondo, tanto che fino agli anni Ottanta del Novecento le fonderie più raffinate erano in grado di fornire anche alcune lettere maiuscole crenate, in particolare le T, le A e le V, onde permettere quando necessario avvicinamenti più consoni. Vedi E. Tallone, "Delle crenature" in "Manuale Tipografico IV", pp.71-76, Tallone Editore, 2018. Qualsiasi riproduzione dei testi e delle immagini è interdetta, se priva dell'autorizzazione scritta dell'Editore. © Photos Ottavio Atti – Archivio degli Stili®
The letter must be handled carefully, because the kerned serif of the A, without the support of the stem underneath, risks breaking at the first pressure. See E. Tallone, "Delle crenature" in "Manuale Tipografico IV", pp.71-76, Tallone Editore, 2018. Any partial or total reproduction of texts or images is forbidden without the written consent of Alberto Tallone Editore. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® Non essendo prevista la crenatura in fondita, si è intervenuti manualmente con la lima sulla A. Questa operazione si è resa necessaria poiché la crenatura della V, non é sufficiente a ridurre il bianco eccessivo tra le due lettere. Vedi E. Tallone, "Delle crenature" in "Manuale Tipografico IV", pp.71-76, Tallone Editore, 2018. Qualsiasi riproduzione dei testi e delle immagini è interdetta, se priva dell'autorizzazione scritta dell'Editore. © Photos Ottavio Atti – Archivio degli Stili®
In typesetting, a kern is the segment of the face of the type which hangs beyond the type block on which the character is molded. The projection is called a kern. Kerning is a very important tool to improve the readability, and confer to the page a more aesthetically pleasing layout. The letters which need to be kerned, both italic and roman, are often supplied already kerned by the type founder. See E. Tallone, "Delle crenature" in "Manuale Tipografico IV", pp.71-76, Tallone Editore, 2018. Any partial or total reproduction of texts or images is forbidden without the written consent of Alberto Tallone Editore. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® In fonderia e tipografia, per crenatura si intende la sporgenza parziale di un grafismo dal fusto che lo sostiene, affinché, appoggiandosi sulla spalla del carattere successivo o precedente, riduca la distanza tra le lettere. Fin dal Quattrocento, i tipografi più attenti ne fecero uso. Fu con l'introduzione del corsivo che le crenature ebbero la loro piena applicazione, resa necessaria dall'inclinazione dei nuovi tipi. All’inizio per ridurre le possibili rotture conseguenti alla moltiplicazione delle crenature richieste dal nuovo alfabeto, diverse combinazioni di lettere vennero legate insieme (politipi) mentre altre furono crenate singolarmente incidendo più profondamente le matrici allo scopo di rendere meno vulnerabili le grazie sporgenti dai loro fusticini. Il perfezionamento delle tecniche e dei macchinari ha permesso nel corso dei secoli di abbandonare quasi tutti i gruppi di legature, fondendo singolarmente la maggior parte delle lettere crenate (cft. ENRICO TALLONE, Manuale Tipografico IV, p.73) L'idea geniale di produrre dei caratteri corsivi per pubblicare i grandi classici in formato tascabile che imitassero le forme della calligrafia di stile cancelleresco, abbandonando il rigido impianto gotico dei primi libri a stampa, costituì un cambiamento epocale che permise per la prima volta agli studiosi e agli studenti di leggere libri impressi con caratteri simili alla loro calligrafia, passando dalla cadenza dei tipi arcaici al ritmo latino. Quest'idea rivoluzionaria si realizzò nel 1501 grazie all'intuito del bassianese Aldo Manuzio e all'abilità di Francesco Griffo incisore e fonditore nell'aurea officina veneziana. Vedi E. Tallone, "Delle crenature" in "Manuale Tipografico IV", pp.71-76, Tallone Editore, 2018. Qualsiasi riproduzione dei testi e delle immagini è interdetta, se priva dell'autorizzazione scritta dell'Editore. © Photos Ottavio Atti – Archivio degli Stili®
In typesetting, a kern is the segment of the face of the type which hangs beyond the type block on which the character is molded. The projection is called a kern. Kerning is a very important tool to improve the readability and confer to the page a more aesthetically pleasing layout. The letters which need to be kerned, both italic and roman, are often supplied already kerned by the type founder. See E. Tallone, "Delle crenature" in "Manuale Tipografico IV", pp.71-76, Tallone Editore, 2018. Any partial or total reproduction of texts or images is forbidden without the written consent of Alberto Tallone Editore. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® In fonderia e tipografia, per crenatura si intende la sporgenza parziale di un grafismo dal fusto che lo sostiene, affinché, appoggiandosi sulla spalla del carattere successivo o precedente, riduca la distanza tra le lettere. Fin dal Quattrocento, i tipografi più attenti ne fecero uso. Fu con l'introduzione del corsivo che le crenature ebbero la loro piena applicazione, resa necessaria dall'inclinazione dei nuovi tipi. All’inizio per ridurre le possibili rotture conseguenti alla moltiplicazione delle crenature richieste dal nuovo alfabeto, diverse combinazioni di lettere vennero legate insieme (politipi) mentre altre furono crenate singolarmente incidendo più profondamente le matrici allo scopo di rendere meno vulnerabili le grazie sporgenti dai loro fusticini. Il perfezionamento delle tecniche e dei macchinari ha permesso nel corso dei secoli di abbandonare quasi tutti i gruppi di legature, fondendo singolarmente la maggior parte delle lettere crenate (cft. ENRICO TALLONE, Manuale Tipografico IV, p.73) L'idea geniale di produrre dei caratteri corsivi per pubblicare i grandi classici in formato tascabile che imitassero le forme della calligrafia di stile cancelleresco, abbandonando il rigido impianto gotico dei primi libri a stampa, costituì un cambiamento epocale che permise per la prima volta agli studiosi e agli studenti di leggere libri impressi con caratteri simili alla loro calligrafia, passando dalla cadenza dei tipi arcaici al ritmo latino. Quest'idea rivoluzionaria si realizzò nel 1501 grazie all'intuito del bassianese Aldo Manuzio e all'abilità di Francesco Griffo incisore e fonditore nell'aurea officina veneziana. Vedi E. Tallone, "Delle crenature" in "Manuale Tipografico IV", pp.71-76, Tallone Editore, 2018. Qualsiasi riproduzione dei testi e delle immagini è interdetta, se priva dell'autorizzazione scritta dell'Editore.
In typesetting, a kern is the segment of the face of the type which hangs beyond the type block on which the character is molded. The projection is called a kern. Kerning is a very important tool to improve the readability and confer to the page a more aesthetically pleasing layout. The letters which need to be kerned, both italic and roman, are often supplied already kerned by the type founder. See E. Tallone, "Delle crenature" in "Manuale Tipografico IV", pp.71-76, Tallone Editore, 2018. Any partial or total reproduction of texts or images is forbidden without the written consent of Alberto Tallone Editore. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® In fonderia e tipografia, la crenatura consiste nella sporgenza parziale di un carattere, dal fusto che lo sostiene, affinché, appoggiandosi sulla spalla del carattere successivo o precedente, riduca la distanza tra le lettere. Il contributo decisivo a favore dell'estetica, per mezzo delle crenature, si deve all'idea di produrre dei caratteri per pubblicare i grandi classici in formato tascabile che imitassero le forme della calligrafia di stile cancelleresco, abbandonando il rigido impianto gotico dei primi libri a stampa. Fu un cambiamento epocale che permise per la prima volta agli studiosi e agli studenti di leggere libri impressi con caratteri simili alla loro calligrafia, passando dalla cadenza dei tipi arcaici al ritmo latino. Quest'idea rivoluzionaria si realizzò nel 1501 grazie all'intuito del bassianese Aldo Manuzio e all'abilità di Francesco Griffo incisore e fonditore nell'aurea officina veneziana. Vedi E. Tallone, "Delle crenature" in "Manuale Tipografico IV", pp.71-76, Tallone Editore, 2018. Qualsiasi riproduzione dei testi e delle immagini è interdetta, se priva dell'autorizzazione scritta dell'Editore. © Photos Ottavio Atti – Archivio degli Stili®
Filing clamp for kerning types.
It has always been an essential component of the equipment of each typographical workshop. Usually handcrafted in-house, it is used to block the type whose stem needs to be filed under the grapheme. The operation is very delicate, because the type must be filed perfectly flat without damaging the grapheme. Any partial or total reproduction of texts or images is forbidden without the written consent of Alberto Tallone Editore. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® Morsetto per crenature. Il morsetto in piano, di solito costruito artigianalmente è parte essenziale della dotazione di ogni officina tipografica fin dal Quattrocento. Il morsetto serve a bloccare il carattere per poterne limare il fusticino onde creare avvicinamenti (crenature) qundo esse non siano già state previste in fondita. Questa operazione che può sembrare semplice, è in realtà molto delicata perché il carattere deve essere limato perfettamente in piano senza che la lima danneggi l’occhio della lettera. Qualsiasi riproduzione dei testi e delle immagini è interdetta, se priva dell'autorizzazione scritta dell'Editore. © Photos Ottavio Atti – Archivio degli Stili®
In the middle, the 48-pt Garaldus “Qu” ligature, cast by Nebiolo; around it, some 10-pt Garamond ligatures, cast by Deberny & Peignot, some of which are kerned. While the counter and the shoulder of the “Qu” sort, shows, clearly visible, the traces left by the milling machine which traced the matrix of this type, the 10-pt sorts derive from hand-cut punches. Any partial or total reproduction of texts or images is forbidden without the written consent of Alberto Tallone Editore. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® In quest’immagine che raffigura caratteri corsivi fusi insieme (politipi), spicca la Qu del carattere Garaldus corpo 48 della fonderia Nebiolo, circondata da altri in Garamond c.10 della Fonderia Deberny & Peignot, alcuni dei quali presentano crenature. Si notino nell’occhio e nella spalla della Qu i segni lasciati dalla fresa che ha inciso la matrice di questo carattere. Mentre i caratteri piccoli in corpo 10 derivano da punzoni incisi a mano. Qualsiasi riproduzione dei testi e delle immagini è interdetta, se priva dell'autorizzazione scritta dell'Editore. © Photos Ottavio Atti – Archivio degli Stili®
Any partial or total reproduction of texts or images is forbidden without the written consent of Alberto Tallone Editore. See E. Tallone, "Delle crenature" in "Manuale Tipografico IV", pp.71-76, Tallone Editore, 2018. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® Lettere V e T del carattere secentesco Janson-Kis crenate in fondita, in order to tighten the two letters up al fine di migliorare l’accostamento con la A. Le stesse lettere venivano fuse, in maggior numero, con la spalla normale (non crenata). Vedi E. Tallone, "Delle crenature" in "Manuale Tipografico IV", pp.71-76, Tallone Editore, 2018. © Photos Ottavio Atti – Archivio degli Stili® Qualsiasi riproduzione dei testi e delle immagini è interdetta, se priva dell'autorizzazione scritta dell'Editore.
Any partial or total reproduction of texts or images is forbidden without the written consent of Alberto Tallone Editore. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® Esempi di politipi con le stesse lettere fuse separatamente. Qualsiasi riproduzione dei testi e delle immagini è interdetta, se priva dell'autorizzazione scritta dell'Editore. © Photos Ottavio Atti – Archivio degli Stili®
Stocks of ‘e’, Tallone typeface.
Large stocks of types are required when setting long texts of hundreds of pages, such those printed by the Tallone Press. Copious reserves of each sort are kept in special drawers, ready to fill the type cases when they are running out of type. Such large quantities of original foundry types are very rare to see. Any partial or total reproduction of texts or images is forbidden without the written consent of Alberto Tallone Editore. © Photos Ottavio Atti - Archive of Styles® Riserve di ‘e’ del carattere Tallone. Nell’atelier Tallone si compongono a mano edizioni di centinaia di pagine. Per questo motivo, in apposite cassettiere sono a disposizione riserve copiose di ciascuna lettera di ogni alfabeto, alle quali attingere per rifornire le casse dei compositori. Simili quantità di tipi di cassa tratte da punzoni originali costituiscono un patrimonio unico nel panorama editoriale europeo. Qualsiasi riproduzione dei testi e delle immagini è interdetta, se priva dell'autorizzazione scritta dell'Editore. © Photos Ottavio Atti – Archivio degli Stili®